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San Francesco

La presenza dei frati minori nel territorio di Stroncone risale al 1213, ed è stato voluta dallo stesso San Francesco mentre era di passaggio per il Sacro Speco di Narni. 

Egli sostando a pregare presso una piccola cappella dove vi era raffigurata l'immagine della Madre di Dio, ispirato dal Signore, vi fondò un romitorio che in un primo tempo prese il nome di Santa Maria poi mutato nel 1550 in convento di San Francesco. Il passaggio del Santo di Assisi e La sua predicazione agli abitanti del luogo contribui a far rifiorire lo spirito del Vangelo in molti cuori e a far maturare molte vocazioni religiose. Il primo a seguire Francesco fu un giovane di nome Ottone. Per la sua fede e il suo zelo fu inviato dal santo insieme ad altri giovani, Berardo di Calvi, Pietro di Sangemini, Adiuto e Accursio di Narni e frate Vitale che a causa di una malattia poi si fermò per strada, a predicare in Marocco dove nel 1220 fu martirizzato con i suoi compagni. Altri nel corso degli anni furono attratti dalla vita francescana, fra questi i beati Giovanni Vici, Francesco di Girolamo e Antonio Vici il cui corpo tuttora incorrotto è custodito nella chiesa del convento di San Francesco.

Il convento di San Francesco

Tondato secondo la tradizione, nel 1213 dal Poverello di Assisi nel suo peregrinare per l'Umbria meridionale fu, insieme a pochi altri conventi, conquistato all'Osservanza nel 1374 grazie all'azione decisa di frate

Paoluccio Trinci. Molti illustri religiosi vi fiorirono nei secoli XVI e XVII e, in esso pernottò il pontefice Pio II di ritorno dal concilio di Mantova, il 14 dicembre 1462. Il Convento di Stroncone custodisce l'uma con il corpo incorrotto del Beato Antonio Vici. Il culto al Beato Antonio Vici fu approvato da Innocenzo XI il 28 giugno 1687. Così la sua memoria, sempre viva tra i Francescani e nella terra che gli diede i natali, ebbe pubblica e solenne approvazione da parte della Chiesa. Sono passati ormai tre secoli da quell'avvenimento e tutt'ora si può affermare che la devozione e l'amore della sua gente non hanno conosciuto tramonto, anzi nelle vicende alterne del tempo, il tessuto e la cultura del piccolo, ma fiero Comune di Stroncone, sono stati sempre intimamente uniti alla sua memoria e alla sua forte personalità.